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I GRANDI VECCHI
Questa pagina è stata realizzata con lo scopo di ricordare 5 soci che hanno dato tanto alla Società.
Socio fondatore, segretario della Società per lunghissimi anni, un papà per tanti di noi. Colui che ha creato la struttura dei I Do Roeud, che ha tenuto i rapporti con la Federazione, che ci ha guidato in ogni evento sportivo a cui abbiamo partecipato, che ci ha permesso di avere una sede tutta nostra (di cui ricordiamo, senza aver mai pagato nulla), permettendo negli anni l'aggregazione di tanti soci e che ci ha portati ad essere quelli oggi siamo.
A lui vanno ricondotte le due vittorie alla Granfondo Monza-Aprica, che ancora adesso onorano la storia sportiva della nostra Società. Con grande umiltà, non ha mai voluto diventare Presidente della Società, malgrado gli inviti e il sostenimento della gran parte dei soci. Anche quando decise di lasciare la carica in seno alla società, dietro le quinte aiutò la stessa con la sua esperienza e saggezza. A lui insieme a Nealco è titolato il premio ''Socio Più', e questo dice tutto su quanto è stato importante ed amato da parte della società. Lo ricordiamo come un uomo generoso, attento e scrupoloso verso tutti i soci e la sua creatura: I Do Roeud.
Socio sin dai primi anni di fondazione della società, anche se molti non hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo. Ha avuto l'onore di essere Campione Sociale de I Do Roeud. All'epoca il punteggio veniva attribuito sulla base delle presenze; all'ultima uscita Aldo, Daniele Curti e Daniele Zanello avevano lo stesso punteggio. Su idea di Daniele Zanello, i due Danieli, decisero di non partecipare all'ultima uscita, permettendo la vittoria del Campionato da parte di Aldo. Questo gesto è un po' il DNA della nostra società, dove l'attenzione e la solidarietà umana ne sono principali attori.
Lo ricordiamo come un uomo discreto, riservato e buono e per chi l'ha conosciuto, con quel sorriso discreto ma soddisfatto all'atto della sua vittoria.
Socio anche lui dai primi anni di fondazione della nostra società. La sua generosità e la sua tenacia erano uniche. Quando raccontava qualche sua storia, trasmetteva una gioia di vita e di positività encomiabile. Peraltro era un ottimo meccanico, riparava le biciclette con semplicità e passione. Ha pedalato finché il fisico glielo ha permesso ben oltre i 70 anni. In alcune posture ricordava il grande Gino Bartali, in particolar modo quando si accingeva ad affrontare una salita. Smesso di pedalare, aiutava l'oratorio della sua parrocchia, aggiustando le biciclette che gli venivano proposte di riparare e così il suo amore per le due ruote ha vissuto fino alla fine.
Lo ricordiamo per la sua bontà ed il suo gran sorriso, ma anche con la sua indimenticabile frase a cui spesso ricorreva: ''Ralenta un pù''!
Socio e padre di uno dei fondatori della nostra società. Non è stato un pedalatore assiduo, amava invece essere un aiuto per gli altri. Non possiamo però dimenticare i polpacci di Nealco, tonici, asciutti, tipici di un professionista della bici. Ha sostenuto e supportato la Società rendendosi costantemente a disposizione per ogni evento sportivo e non. Come non ricordare l'anno alla Forcola di Livigno, dove a furia di andare avanti indietro per recuperare tutti i vari ciclisti, rischiò di fondere il motore della sua auto. Come non ricordare lo sconforto e il dispiacere allorchè andò in confusione con l'orologio, durante una crono del campionato sociale.
Chi ha avuto modo di conoscerlo, non può dimenticare la sua ironia, gli scherzi che faceva spessissimo, la sua indiscutibile gioia di vivere. Molti dei suoi gesti e comportamenti, abbiamo la fortuna di ritrovarli in suo figlio Daniele e questo ci aiuta a ricordarlo sempre con grande affetto. A lui insieme ad Ezio è titolato il premio ''Socio Più'', e questo dice tutto su quanto anche lui sia stato importante ed amato da parte della Società. Lo ricordiamo con la sua grande generosità, disponibilità, umiltà, e non ultimo, la sua proverbiale ed indimenticabile ironia.
Socio e padre del nostro attuale Presidente Luca, è stata una figura fantastica all'interno della nostra Società. L'adesione alla stessa in età ormai avanzata, non gli ha permesso di pedalare insieme a tutti noi, ancorché da giovane è stato un brillante e appassionato ciclista. Lo ricordiamo per il suo indimenticabile sorriso, la sua solarità ogni qualvolta veniva coinvolto nella vita della nostra Società. Aveva una parola per tutti, per i vecchi e per i nuovi soci, inspirando voglia di vivere a 360°. Attilio ha purtroppo vissuto la guerra e quando ci raccontava storie vere e vissute a rischio della vita, riusciva a catturare l'attenzione fino all'ultimo secondo.
Ovviamente non possiamo dimenticarci la sua parlata, intervallata dal dialetto milanese che accompagnava costantemente le sue attive ed impegnative giornate. Come per Nealco attraverso suo figlio Daniele, abbiamo la fortuna di rivedere Attilio tramite suo figlio Luca, confortandoci in un sincero ricordo. Bontà, voglia di vivere a tutta e il suo costante sorriso, ce lo fanno ricordare con grande affetto.
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